DIBATTITO IN CONSIGLIO PROVINCIALE SUL BILANCIO DI PREVISIONE 2011 – SINTESI DEL MIO INTERVENTO

Personalmente ho apprezzato la relazione dell’Assessore Marras, dove veniva evidenziata la situazione economica a livello locale, partendo da quella che è la situazione a livello più ampio.
Nella mia riflessione mi rifaccio subito a quanto, tra i documenti del bilancio, si può evincere, cioè che nel nostro territorio è presente, in una situazione sempre più pesante, la piaga della disoccupazione.
Questo nonostante siano aumentati i lavoratori scoraggiati, che sarebbero quelle persone che ormai l’ISTAT non considera più tra disoccupati perché hanno perso qualsiasi speranza di poter trovare lavoro.
Quindi possiamo immaginare, oltre ai disoccupati ufficiali che l’ISTAT evidenzia, quante persone scoraggiate ci siano nel nostro territorio, quindi i dati ufficiali sulla disoccupazione limitano la percezione di quello che è un fenomeno in realtà ancora più esteso.
Anche in termini di dinamica dell’occupazione per il futuro le prospettive non sono assolutamente rosee.
Si evidenzia, dalle relazioni che ci sono state consegnate, che il settore industriale è in crisi, una crisi sempre maggiore; scende l’edilizia e  l’occupazione che ad essa si ricollega diminuisce.
Anche nel terziario, nel commerciale, c’è una tendenza al calo. D’altra parte sembrerebbe esserci una tendenza, invece, positiva per quanto riguarda le attività collegate al turismo.
Noi condividiamo qualsiasi politica che vada della direzione dello sviluppo del turismo, perché riteniamo che questa possa essere una carta da giocare per il nostro territorio.
È ovvio che la nostra offerta turistica non può andare ad equipararsi, quindi mettersi sullo stesso livello dell’offerta turistica che possono dare altre realtà, per dei motivi molto semplici: se facciamo un’offerta uguale a quella che viene data nella riviera romagnola non ci stiamo in termini di costi, perché arrivare nel nostro territorio, anche considerato l’aumento del costo dei carburanti, è più oneroso e limita l’utenza.
Non si può fare concorrenza a delle località straniere come ad esempio Sharm El Sheik, perché sappiamo benissimo che lì il costo del lavoro è inferiore e, quindi, anche il costo per una vacanza in quei posti può risultare inferiore a quello che viene richiesto per una vacanza nel nostro territorio.
Allora, ovviamente, dobbiamo attuare delle politiche turistiche che vanno ad evidenziare e dare valore a quelle che sono le nostre peculiarità e nel rispetto dell’ambiente.
È ovvio che, per sostenere lo sviluppo turistico di un territorio la presenza di uno scalo aeroportuale sia fondamentale. È importante una porta di ingresso nel nostro territorio di quel tipo, anche perché i flussi turistici si stanno sviluppando nei nostri tempi in vacanze più frequenti rispetto il passato ma molto più brevi.
Praticamente non esistono più le vacanze da quindici/venti giorni, ma più che altro le persone utilizzano i voli per fare toccata e fuga, il fine settimana in una località o in un’altra, spesso senza spostarsi di molto dal punto di arrivo.
Anche per questo è da evidenziare quanto sia stato grave quello che è successo nel nostro aeroporto, nell’aeroporto di Fenosu; ci sono stati, e lo possiamo dire tranquillamente, nonostante noi lo dicessimo già in tempi non sospetti, dei chiari errori gestionali accompagnate da scarsa trasparenza, perché quando vengono chiesti degli atti, che vengono ritenuti importanti, e questi atti non vengono consegnati alle parti che sono chiamate direttamente in causa, come i soci, a posteriori si può dire che quei documenti, probabilmente, si aveva interesse a non farli circolare per evitare che si facesse un’analisi più compiuta della situazione.
Scarsa trasparenza, rincorsa forse di scadenze che non erano compatibili con quello che poteva essere la nascita e la normale crescita dell’aeroporto oristanese.
E’ stato tutto intenzionale? Non lo so, spero di no.
Risultato di incapacità? Non lo so, comunque si è fatto leva solamente sulle aspettative del territorio, sulle aspettative dei cittadini, sulle aspettative degli operatori e dei quaranta lavoratori che erano impegnati in quel progetto, tralasciando le prospettive.
Le prospettive sulla possibilità che l’aeroporto non solo aprisse, ma continuasse ad esistere, a crescere e dare quell’importante contributo di crescita al nostro territorio.
Ce lo possiamo dire, perché tutti quanti noi lo sappiamo anche se mai è stato detto qui: il momento che ha visto sulla carta la nascita dell’aeroporto, la sua apertura, è stato il momento che ne ha sancito anche la sua fine, lo possiamo dire tranquillamente oggi; purtroppo la società, firmando quel contratto di wet lease con la Denim Air ha assunto delle obbligazioni talmente onerose che la società stessa non era capace di sostenere.
A cosa ha portato tutto ciò? A tornare indietro nel tempo. La società non ha potuto sostenere quei costi; in otto mesi l’aeroporto è stato aperto ed è stato chiuso, la società è in liquidazione, corriamo il rischio di non avere neanche più una società di gestione, immaginiamoci cosa vuol dire ricostituire una nuova società di gestione per gestire la struttura aeroportuale di Oristano; in più, cosa non trascurabile, ci troviamo con qualche milione di euro in meno di risorse pubbliche.
La nostra impressione, purtroppo, è che la mission della società di gestione è stata quella di aprire e poi si sarebbe visto come sarebbe andata, cioè creare un punto di non ritorno dove l’apertura vincolava altri soggetti a sostenere la stessa struttura.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, la Sogeaor presenta un deficit patrimoniale, debiti superiori al capitale sociale; questo deficit patrimoniale andrà ad aumentare, per forza di cose, perché contabilmente quei beni potranno essere messi in vendita, hanno un valore diverso dal possibile valore di realizzo.
Forse ora è più chiaro a tutti quello che era il nostro intento nei nostri interventi dei mesi scorsi.
Noi volevamo vedere chiaro sulla gestione della società per tutelare la struttura e, quindi, l’opportunità di sviluppo del nostro territorio.
È possibile che certe cose le vedessimo solamente noi? Penso di no. Purtroppo ho sentito tante volte, in questa assemblea e anche al di fuori di essa, degli appelli da parte di colleghi “Sì, l’aeroporto sta andando male, però dobbiamo essere tutti uniti perché l’aeroporto non chiuda”.
Sono perfettamente d’accordo. Penso però che saremmo dovuti essere uniti nel momento dove sorgevano dei dubbi sulla sostenibilità di certi interventi da parte della società, quando noi abbiamo sollevato dei dubbi sulla sostenibilità, sul fatto che la società potesse andare avanti nonostante i debiti che aveva contratto, probabilmente dovevamo avere il coraggio di essere uniti, chiedere a gran voce tutti quanti quei documenti che erano necessari per fare un’analisi più attenta della situazione della società. Quel momento è stato perso, è lì che dovevamo essere uniti. La realtà è stata invece che venivamo sempre accusati, in maniera semplicistica, di essere coloro che erano contro l’aeroporto di Oristano.
Sento qualche collega anche in questo momento chiedersi perché stiamo parlando di aeroporto.
Stiamo parlando di aeroporto di Oristano perché, comunque, quando parlo di possibilità economiche del nostro territorio, di quelle che potevano essere delle prospettive, di quelle che sono state delle risorse pubbliche utilizzare, che non hanno dato finora i risultati sperati, penso che una situazione come questa meriti sicuramente una grande attenzione da parte dell’assemblea perché ci sono state, chiaramente, delle responsabilità politiche nella gestione di tutto questo.
Penso l’Amministrazione Provinciale debba cercare di accertare se esistono altri tipi di responsabilità. È una cosa che non mi fa piacere dire, però ritengo che questo sia necessario per tutelare il nostro territorio, per tutelare l’ente, per tutelare i cittadini, perché i cittadini sono stati chiamati a sacrificarsi tanto in termini di risorse impegnate e hanno pagato in termini di opportunità che non si sono realizzate e tutto ciò l’Amministrazione Provinciale non può assolutamente non considerarlo.
Un’altra considerazione che va fatta è relativa a ciò che l’Assessore affermava nella sua relazione: “I trasferimenti da parte dello Stato e della Regione nei confronti della Provincia con il tempo stanno via via sempre più diminuendo”; è paradossale la situazione che è andata a crearsi; la Provincia sta diventando una struttura quasi inutile, o gli si dà dignità in termini di risorse o è inutile. Il Governo non abolisce le Province, come invece aveva detto in campagna elettorale, le tiene formalmente in vita, perché magari al nord le Province consentono a dei partiti di maggioranza di gestire un po’ di potere a livello locale ma nei fatti non viene permesso loro di fare nessun tipo di azione, perché le risorse ad esse trasferite sono sempre inferiori e in gran parte vincolate.
La possibilità alle Province di poter incidere e di poter decidere su azioni concrete sul proprio territorio sta venendo a mancare, assolutamente.
È completamente assurdo. O si riconosce alle Province dignità, il che vuol dire anche maggiori risorse, altrimenti le risorse vengono distribuite in maniera diversa e si abrogano le Province.
DIBATTITO IN CONSIGLIO PROVINCIALE SUL BILANCIO DI PREVISIONE 2011 – SINTESI DEL MIO INTERVENTOultima modifica: 2011-06-06T22:37:00+02:00da frafederico
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