Lo scorso lunedì ho partecipato ad Arborea all’incontro tra le amministrazioni della Provincia di Oristano e dei Comuni di Arborea, Marrubiu, Uras, Terralba, Santa Giusta, San Nicolò D’Arcidano, Palmas Arborea e Solarussa dedicato al dibattito sul cosiddetto “Progetto Eleonora” che la SARAS vorrebbe realizzare nel comune arborense. La multinazionale di Moratti che opera nel settore della raffinazione del petrolio e nella ricerca degli idrocarburi intenderebbe procedere a delle trivellazioni in prossimità dello stagno di S’Ena Arrubia per l’estrazione di gas.
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L’incontro di lunedì, partecipatissimo dalla cittadinanza, mi ha dato modo di appuntarmi qualche breve riflessione.
Un’altra è che non sempre DIRE NO coincide esclusivamente con una negazione, ma spesso, come in questo caso, serve per affermare con forza TANTI SI: alla salute, all’ambiente, alla qualità dei prodotti alimentari di quel territorio, a una spiccata vocazione economica legata alla agricoltura e alla zootecnia, a una visione di lungo periodo del futuro della comunità…
C’è poi l‘importanza dei comitati civici che hanno spesso il merito di svolgere un gran lavoro atto a far emergere problematiche che altrimenti il più delle volte passerebbero sottotraccia a vantaggio di pochi e a discapito dei più. E’ vero, spesso le istituzioni locali arrivano in ritardo su certe tematiche ma è anche vero che sempre più frequentemente riescono a cogliere l’importanza del lavoro svolto da questi comitati esprimendo la capacità e la volontà di dare forza a un percorso comune indirizzato al raggiungimento dell’obiettivo.
In questo scenario la Regione spesso, finchè possibile, ha preferito non assumere posizioni chiare lasciando alle organizzazioni di cittadini e alle istituzioni locali l’onere di difendere il territorio da interventi altamente impattanti e senza veri vantaggi per la popolazione.
È chiaro che occorre iniziare a ragionare con una visione più ampia che comprenda l’importanza di poter decidere delle proprie risorse energetiche, passaggio importante per una moderna autodeterminazione e per una democratica redistribuzione dei benefici.
Infine, in un contrasto tra una prospettiva temporale limitata di chi investe (o specula) e una prospettiva di lunghissimo periodo che una comunità può avere, è quest’ultima che dovrebbe prevalere.