GIOCO D’AZZARDO E LUDOPATIA, UNA NUOVA EMERGENZA SOCIALE. LE NOSTRE PROPOSTE

dipendenza-gambler.jpgConfesso che è ormai da diverso tempo che cerco di informarmi il più possibile sul fenomeno sempre più esteso della ludopatia e sulla sua causa, il gioco d’azzardo.
Proprio la convinzione, non solo mia, che questi fenomeni stiano dando vita a una preoccupante emergenza sociale diffusa in tutto il Paese e presente ormai anche nel nostro territorio mi ha spinto, con la piena condivisione dei colleghi del mio gruppo consiliare, a presentare all’attenzione del Consiglio Provinciale due proposte: una mozione sulla ludopatia con il quale si chiede un impegno per i giovani della nostra provincia e un ordine del giorno sul gioco d’azzardo con il quale invece si intende assumere una posizione politica a favore di una regolamentazione nazionale e regionale che contrasti il dilagare del gioco.
Riconosciuta ormai come vera e propria patologia da dipendenza, che colpisce spesso anche i più giovani,
la ludopatia si manifesta come l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse.
Secondo i dati diffusi in rete sono 800.000 gli italiani affetti dalla patologia del gioco d’azzardo compulsivo (GAP) che cercano di continuo occasioni di gioco.
Persone che rischiano di andare incontro alla rovina trascinandosi dietro le proprie famiglie.
La questione diventa ancora più preoccupante se si considera che a cadere nella trappola sono in particolar modo i cittadini economicamente più deboli, coloro che già pagano più di altri le tragiche conseguenze della grave crisi economica che stiamo attraversando.
E lo Stato? Negli ultimi vent’anni ha di fatto liberalizzato il gioco d’azzardo ignorando le gravi conseguenze sociali che ne sono derivate.
L’Italia è così diventata il primo paese in Europa e il terzo al mondo nella spesa dei propri cittadini nel gioco d’azzardo. Un enorme business che fattura decine di miliardi all’anno. Un mare di denaro che alimenta una industria sterile, che non crea benefici per la comunità ma ne determina costi e disagi.
Impossibile rinunciare alle entrate erariali che derivano dal gioco d’azzardo? Forse non è così se si prendono nella dovuta considerazione i costi sociali ne derivano. Spesso si ha l’impressione che una situazione venga prospettata come immodificabile solo perché è interesse che tale rimanga.
Senza scomodare gli inopportuni F-35 o lo storico discorso sul PIL di Bob Kennedy è indispensabile che uno Stato basi la propria azione su dei princìpi e non solo sull’interesse. In questo caso il principio è quello di tutelare i propri cittadini, in particolare quelli più deboli.

Solo così uno Stato afferma il proprio ruolo e non corre il rischio di venire disconosciuto dai propri cittadini.

Solo così un Paese può crescere invece di morire.

Le nostre proposte:

Alla cortese attenzione
del Presidente del Consiglio Provinciale
del Presidente della Giunta Provinciale

I sottoscritti consiglieri provinciali del Partito Democratico Francesco Federico, Roberto Scema, Mario Tendas, Battista Ghisu e Giangavino Buttu propongono all’attenzione del Consiglio Provinciale il seguente

Ordine del Giorno sulla necessità di una regolamentazione regionale e nazionale del gioco d’azzardo.

La sempre più grande diffusione del gioco d’azzardo autorizzato nel nostro Paese sta alimentando una vera e propria patologia quale la ludopatia (o gioco d’azzardo patologico – GAP). Patologia riconosciuta anche dall’Organizzazione mondiale della sanità.
La ludopatia è una
patologia da dipendenza sempre più diffusa nella nostra società e che colpisce spesso anche i più giovani. Chi è affetto da questa patologia può arrivare a trascurare lo studio o il lavoro esponendosi a gravi conseguenze personali, familiari e sociali.
Essa
colpisce sempre di più i cittadini e le famiglie economicamente più deboli portandoli quasi sempre a peggiorare le proprie condizioni.
Da un’indagine condotta dalla
Caritas Ambrosiana su un campione di centri di ascolto emerge che “sono i ludopatici la nuova emergenza sociale”. L’indagine conferma che le vittime preferenziali del gioco d’azzardo sono proprio le persone con minori risorse economiche e culturali
Tutto questo mentre
l’Italia è il primo Paese europeo, il terzo al mondo, nella spesa nel gioco d’azzardo. I dati presentati dal “Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il Gioco d’azzardo” parlano di 100 miliardi di fatturato all’anno, pari al 12% della spesa delle famiglie italiane, al 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, al 4,4% del mercato mondiale. E ancora: 15 milioni di giocatori abituali, 3 milioni a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già patologici e in 5-6 miliardi l’anno il costo necessario a curare i dipendenti dal gioco patologico.
Da una analisi della
Coldiretti effettuata sulla base dei dati del Rapporto Coop 2013 “Consumi & Distribuzione”, la somma che gli italiani potrebbero arrivare a giocare nel 2013, al lordo delle vincite, può essere pari ad oltre il 70% della spesa delle famiglie in prodotti alimentari.
Nel nostro Paese si è passati
dalle poche occasioni di gioco gestite esclusivamente dallo Stato fino agli anni ’80 (totocalcio, lotto, tris e lotterie nazionali), caratterizzate anche da delle frequenze nettamente inferiori a quelle odierne, a una legalizzazione e liberalizzazione quasi selvaggia del gioco d’azzardo, accompagnata da una massiccia promozione mediatica, che ha portato ad un continuo aumento di occasioni di gioco (slot machine, lotterie istantanee, superenealotto, bingo, minicasinò) offerti da svariati soggetti in qualsiasi momento.
Inoltre la possibilità di giocare d’azzardo anche on line da casa rende
estremamente difficile controllare l’accesso al gioco da parte dei minori.
Il gioco d’azzardo è così diventato nel nostro Paese un
enorme business. Una realtà economica che però in concreto non crea nessuna effettiva ricchezza e vantaggi sociali per i cittadini ma che determina in realtà dei ingenti costi diretti (cura e assistenza) e indiretti (qualità della vita).
Un paradosso tutto italiano
dove lo Stato, che sembra aver perso qualsiasi principio di tutela e difesa dei propri cittadini; incrementa il gettito delle sue entrate speculando sulla debolezza di molti di loro ed è anzi pronto ad alimentare tale situazione continuando a promuovere la falsa illusione di guadagni facili. Il tutto lasciando poi in carico agli Enti Locali tutti gli interventi necessari di supporto al malato.
Un ruolo quello dello Stato ancora più
imbarazzante se si tiene conto che sembra ormai accertato che anche le mafie siano attirate dall’affare, come testimoniato dalla Relazione della Commissione parlamentare antimafia del 2011, da molte inchieste della magistratura e dal rapporto di Libera “Azzardopoli”. Senza contare il nesso tra gioco d’azzardo e usura, più volte sottolineato dalle associazioni antiusura.
Il
Parlamento Europeo, che definisce esplicitamente che il settore non è un “normale” comparto economico «dati i suoi impatti potenzialmente negativi di natura sociale e sanitaria, tra cui l’assuefazione al gioco, il crimine organizzato, il riciclaggio di danaro e le partite truccate», chiede che siano adottate norme per una «elevata protezione della salute umana e dei consumatori» e alla Commissione europea di «esplorare misure a livello Ue per proteggere i consumatori più vulnerabili» e ribadisce il diritto degli Stati membri di adottare restrizioni e stabilire come può essere organizzata l’offerta, purché nei limiti fissati dalla Corte Ue.
La
Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati ha deciso nel febbraio del 2012 di svolgere una indagine conoscitiva sugli aspetti sociali e sanitari della dipendenza dal gioco d’azzardo avviando una serie di audizioni. Nelle interessantissime conclusioni, datate agosto 2012 vi è il suggerimento di “limitare i messaggi pubblicitari e di marketing sul gioco d’azzardo, vietare la pubblicità ingannevole e la pubblicità ammiccante”; “promuovere campagne di sensibilizzazione per l’uso responsabile del denaro, per la limitazione all’accesso al debito e sui rischi collegati al gioco d’azzardo, particolarmente nelle scuole”; “introdurre un criterio per regolare le nuove autorizzazioni e sospendere la proliferazione dei giochi mediante la modifica del decreto-legge 138/2011 con il quale il ministro dell’Economia ha dato mandato all’Azienda dei Monopoli di Stato di autorizzare nuovi impianti al fine di incrementare le entrate”; estendere le funzioni ed i poteri dei Comuni sulla possibilità di “determinare gli orari di funzionamento degli apparecchi di gioco differenziati rispetto agli esercizi pubblici ove sono collocati e/o la ubicazione delle sale giochi o degli apparecchi da gioco al fine di evitare la contiguità con scuole e luoghi di aggregazione giovanile”.
Il lungo e interessante
lavoro svolto dalla Commissione Affari sociali, e le sue condivisibili conclusioni, non ha però ancora (inspiegabilmente) stimolato il Parlamento all’emanazione di una nuova legge sulla materia del gioco d’azzardo.
L’impressione è quella di una
distanza sempre più marcata tra uno Stato sempre più dipendente dalla necessità di fare cassa in qualsiasi modo, che appare ostaggio delle lobby dell’azzardo e di fatto è assente nell’affrontare le problematiche sociali derivanti, e le istituzioni più prossime ai cittadini che invece tentano di affrontare una importante battaglia quotidianasenza che a esse vengano riconosciuti gli strumenti idonei.
Solo di recente qualche Regione
(tra queste il Lazio, la Toscana, la Lombardia, l’Abruzzo) sta provando a regolamentare la diffusione del gioco d’azzardo nel proprio territorio approvando leggi che:
– stabiliscono
distanze minime tra i locali dove si possono praticare i giochi con vincite in denaro e i luoghi sensibili come scuole, oratori, centri sportivi, strutture socio-sanitarie, etc..;
prevedono agevolazioni fiscali per gli esercizi che rinunciano ad offrire occasioni di gioco e un aggravioper quelli che decidono di mantenerle;
– impongono
divieti di pubblicizzare l’apertura o l’esercizio di locali dove si praticano i giochi con vincite in denaro e di pubblicizzare le vincite stesse;
– concedono ai
Sindaci la possibilità di prevedere altre forme disincentivanti alla diffusione del gioco d’azzardo.

Purtroppo, nel panorama attuale, la Sardegna rimane invece tra quelle regioni che non hanno ancora ritenuto opportuno dotarsi di una legge apposita.

Per quanto sopra,

il Consiglio Provinciale di Oristano

riconoscendo il fenomeno della ludopatia dipendente dal gioco d’azzardo come una importante problematica sociale al quale sono esposti in particolare i soggetti più deboli

approva

il seguente

ordine del giorno

con il quale richiede una adeguata regolamentazione regionale e nazionale atta a porre freno alla continua grande diffusione del gioco d’azzardo e permetta una giusta azione di contrasto e prevenzione al fenomeno della ludopatia concedendo potere decisionale anche alle comunità locali.

Il Consiglio Provinciale di Oristano inoltre delega il proprio Presidente ad inviare copia del presente O.d.g. ai Presidenti e ai Capigruppo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica Italiana; al Presidente e ai Capigruppo del Consiglio Regionale della Sardegna; ai parlamentari e consiglieri regionali della Provincia di Oristano.

Oristano, 31/10/2013

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I consiglieri provinciali del Partito Democratico
Francesco Federico, Roberto Scema, Mario Tendas, Battista Ghisu, Giangavino Buttu

Alla cortese attenzione
del Presidente del Consiglio Provinciale
del Presidente della Giunta Provinciale

I sottoscritti consiglieri provinciali del Partito Democratico Francesco Federico, Roberto Scema, Mario Tendas, Battista Ghisu e Giangavino Buttu propongono all’attenzione del Consiglio Provinciale la seguente

Mozione a favore di azioni di prevenzione al fenomeno della ludopatia nelle scuole secondarie di secondo grado della Provincia di Oristano.

Per ludopatia, o Gioco d’Azzardo Patologico (G.A.P.), si intende l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse.
Essa è riconosciuta come
patologia da dipendenza e la sua crescente diffusione, anche tra i più giovani, rappresenta ormai un grave problema sociale e di salute pubblica.
Chi è affetto da questa patologia
espone, se stesso e la propria famiglia, a gravi conseguenze: aumentando la frequenza delle giocate e il tempo passato a giocare aumentano inevitabilmente e pericolosamente le somme spese; rincorrendo di continuo l’inganno della vincita risolutiva vengono trascurati gli impegni della normale vita quotidiana.
Purtroppo la realtà ci dice anche che di fatto
sono quasi esclusivamente gli enti locali, Comuni e Province, quelli più vicini alla quotidianità dei cittadini, a prendere coscienza del problema e a cercare di attivarsi, con poco sostegno da parte della normativa nazionale e regionale, per contrastare il fenomeno della ludopatia.
Un progetto di sensibilizzazione avviato alcuni anni fa dalla Provincia di Torino è stato esteso nel 2013 dalla Regione Piemonte a tutto il territorio regionale che, in collaborazione con il personale dei Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze, in maniera originale attraverso una serie di incontri rivolti agli studenti degli istituti secondari di secondo grado, ha puntato a far comprendere le conseguenze del gioco compulsivo dimostrando attraverso l’aiuto della matematica, in modo divertente ed interattivo, quello che è il grande inganno insito nel gioco d’azzardo: ossia che il banco non può perdere mai.
La Provincia di Roma ha realizzato una campagna informativa di prevenzione sulla Ludopatia dal titolo: “Non farti prendere dal gioco d’azzardo”. Esperti, professori, aziende del settore e associazioni giovanili hanno incontrato circa 3mila studenti appartenenti a 20 istituti secondari su tutto il territorio provinciale. I corsi hanno toccato da vicino vari aspetti: dalla Ludopatia al sovraindebitamento da gioco, dalla pubblicità ingannevole fino al pericolo di cadere nella morsa dell’usura.
La Provincia di Cosenza ha già promosso un ciclo di incontri di sensibilizzazione negli istituti scolastici superiori della provincia dove degli specialisti hanno informato gli studenti sui pericoli insiti nelle scommesse.
Anche nella Provincia di Oristano il fenomeno sta assumendo proporzioni preoccupanti ed è in crescita tra i più giovani.
Recentemente il Servizio Dipendenze (SerD) della ASL di Oristano ha reso noto che assiste un centinaio di persone affette da questa patologia. Il dato più allarmante è che di questi una trentina sono minorenni ed alcuni non hanno ancora compiuto i 13 anni.
Si calcola che nella nostra provincia ogni cittadino spenda in media 1.200 euro all’anno in giochi d’azzardo autorizzati dallo Stato.

Si rende pertanto necessario che l’Amministrazione Provinciale, per quanto nei suoi mezzi, si attivi per una pronta azione di contrasto e prevenzione al fenomeno.

Per cui

il Consiglio Provinciale di Oristano

impegna

il Presidente e la Giunta

ad avviare in tutte le classi degli istituti secondari di secondo grado della Provincia di Oristano un progetto di sensibilizzazione sul fenomeno della Ludopatia indirizzato a informare e far comprendere le conseguenze della dipendenza da gioco d’azzardo.

Oristano, 31/10/2013

I consiglieri provinciali del Partito Democratico
Francesco Federico, Roberto Scema, Mario Tendas, Battista Ghisu, Giangavino Buttu

GIOCO D’AZZARDO E LUDOPATIA, UNA NUOVA EMERGENZA SOCIALE. LE NOSTRE PROPOSTEultima modifica: 2013-10-31T13:19:00+01:00da frafederico
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2 pensieri su “GIOCO D’AZZARDO E LUDOPATIA, UNA NUOVA EMERGENZA SOCIALE. LE NOSTRE PROPOSTE

  1. Ottima iniziativa. Non conoscevo la portata del fenomeno e sono colpita dai numeri. Bravi. Situazioni che sembrano non fare presa sui più e invece sono quotidianamente sotto i nostri occhi.

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