Il rischio dei nuovi oligopoli

Shop_Until_You_Drop_by_BanksyVenti anni fa la grande distribuzione affossava il piccolo commercio al dettaglio presente in maniera capillare in tutto il territorio.
Orari di apertura senza pause e senza giorni di chiusura, oltre alla grande offerta di beni subito disponibili, hanno portato inesorabilmente al tramonto una cultura del commercio che, probabilmente, contribuiva a distribuire del reddito in maniera più equilibrata.
Allora in molti difesero quella “trasformazione” come un passaggio ineluttabile verso la modernità e il progresso.
Non voglio in questa occasione dibattere se effettivamente di progresso si è trattato o se invece fosse solo una illusione, l’illusione del finto benessere, che invece nei fatti portava via dal territorio più reddito di quanto ne rimanesse prima.
Ora la modernità chiede un ulteriore salto di categoria. Ed è proprio la grande distribuzione che ne sta soffrendo le conseguenze peggiori.
Il risultato è che ormai il “villaggio globale” hai suoi distributori di beni, sempre più grossi e sempre attenti, attraverso l’uso di complessi algoritmi, a soddisfare quasi tutti i nostri desideri materiali.
Il risultato è che pericolosamente si è arrivati alla formazione di oligopoli planetari, che nei fatti condizionano le nostre scelte quotidiane.
Il problema è che in un sistema economico virtuoso gli oligopoli e i monopoli non sono un elemento positivo.
Non lo sono per il lavoro e neanche per una equilibrata distribuzione del reddito.

Non lo sono per i diritti dei lavoratori e neanche per quelli dei consumatori.
E non lo sono sicuramente neanche per la modernità e per il progresso.

Il rischio dei nuovi oligopoliultima modifica: 2018-04-02T23:48:03+02:00da frafederico
Reposta per primo quest’articolo