La lotta alla corruzione alla base della crescita della nostra società

corruzione“La corruzione non è solo un reato contro la pubblica amministrazione: in realtà è molto di più, dal momento che produce effetti indiretti anche sulla società.
È un reato che va contro l’economia e contro la politica, contro tutti i cittadini.
La corruzione è un sistema che impedisce la giustizia sociale, impedendo ai cittadini più poveri di avere le stesse possibilità dei ricchi, perché mette in dubbio il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Questo quanto detto nei giorni scorsi da Raffaele Cantone, presidente dell’autorità anticorruzione.
Più ci sono disuguaglianze sociali, più è forte la corruzione, questo il messaggio di Cantone.
Purtroppo è innegabile che essa dipenda anche dalla nostra predisposizione culturale che non la condanna mai come male supremo.
Eppure è uno dei cancri della nostra società.
Che non permette a questo Paese di essere normale, di funzionare come dovrebbe al servizio dei cittadini.
Che toglie risorse a tutti noi, che mina il mondo del lavoro, che alimenta la malavita organizzata.
Perché anche la mafia si alimenta con la corruzione.
C’è stato un passaggio il mese scorso a parer mio molto importante nella lotta alla corruzione.
L’approvazione definitiva del nuovo Codice Antimafia. Dove si equiparano i reati contro l’amministrazione pubblica, come la corruzione e la concussione, a quelli di associazione mafiosa.
Grazie a questa norma l’accertamento di reati di corruzione propria e impropria e la concussione e induzione indebita permettono il sequestro dei beni dei responsabili.
È anche vero che se si sono da subito registrate resistenze atte a modificare questo punto del Codice Antimafia e che quindi non possiamo ancora dire con certezza che l’equiparazione prevista venga in futuro in realtà applicata.
E questo ci fa capire quanto sia dura la battaglia.
La corruzione va combattuta a tutti i livelli.
Anche nella nostra realtà è sempre importante tenere alta la guardia.
La corruzione si manifesta anche in modi meno eclatanti rispetto a quanto succede a livello nazionale e nelle grandi città italiane.
Ma anche i casi “minori” vanno subito individuati e denunciati. Ed è importante anche a livello comunale, dotarsi, in maniera adeguata, di quegli strumenti che la normativa ci mette a disposizione.”

Questo il mio intervento in Consiglio Comunale durante la discussione sulle linee di indirizzo rivolte alla Giunta per la stesura del Piano Comunale Triennale per la Prevenzione della Corruzione.

Durante il dibattito il Consiglio ho votato a favore dei quattro emendamenti proposti in aula.
Due sono stati proposti dalla Commissione Bilancio.
Il primo di questi impegnava la Giunta a dare ampia diffusione del Piano per garantire il coinvolgimento dei cittadini e delle organizzazioni portatrici di interessi collettivi.
Con il secondo si rimarcava che l’Ente è tenuto ad adottare adeguati criteri per realizzare, nel triennio 2018/2020, la rotazione dei dirigenti (rotazione che invece non veniva prevista nella proposta iniziale portata all’attenzione del Consiglio) e del personale con funzioni di responsabilità laddove funzionale all’organizzazione dell’Ente.
Gli altri due emendamenti sono stati proposti dal collega Peppi Puddu.
Il primo di questi chiedeva, giustamente, una verifica semestrale sull’andamento dell’azione derivante dalla stesura del Piano, mentre il secondo, molto importante, chiedeva in pratica che il Responsabile della prevenzione della corruzione individuato dalla Giunta non dovesse avere, se non per brevi periodi e eccezionalmente, incarichi dirigenziali.
Proposta assolutamente condivisibile per il principio che il “controllore” e il “controllato” devono essere persone diverse.
Tutti e due gli emendamenti del collega Puddu sono stati, a parer mio immotivatamente, respinti dalla maggioranza.

Di fatto, quello che sarebbe dovuto essere un atto di indirizzo forte, di tutto il Consiglio, nella vigilanza e la lotta contro la corruzione, si è trasformato in un atto di una parte sola del Consiglio stesso. L’approvazione finale è infatti avvenuta con i soli voti della maggioranza di Centrodestra ai quali si è sommato quello dei Cinque Stelle.
Il resto della minoranza si è astenuta considerando la proposta definitiva indebolita dal mancato accoglimento degli ultimi due emendamenti.

La lotta alla corruzione alla base della crescita della nostra societàultima modifica: 2017-11-10T20:51:05+01:00da frafederico
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